Pubblicato il 20/05/2019 | Categoria: Notizie
Vecchie e nuove forme di estremismo violento in un mondo vulnerabile nel convegno organizzato da AiFOS Protezione Civile ad Albano Sant'Alessandro (BG)
Una sala gremita, un silenzio attento e partecipato, le luci che si spengono e sullo schermo si avvia un filmato che mostra le capacità operative di contrasto al terrorismo ed alla criminalità organizzata che sono patrimonio del G.I.S., Gruppo di Intervento Speciale, dei Carabinieri e di tutti i cittadini italiani; così si è avviato sabato 18 maggio 2019 – tra la meraviglia dei convenuti – il Convegno “Le Strategie del Terrore - Vecchie e nuove forme di estremismo violento in un mondo vulnerabile” organizzato da AiFOS Protezione Civile ad Albano Sant’Alessandro (BG).
Il Convegno, che rappresentava l’evento di chiusura del ciclo di seminari “In-Sicurezza2”, rientra in un programma più articolato di seminari di approfondimento, voluto dall’Amministrazione Comunale di Albano – come ha ben spiegato il Sindaco Maurizio Donisi nel suo intervento di ringraziamento –, che ha l’intento di divulgare tra i cittadini conoscenze e competenze sui diversi temi della sicurezza, in modo da stimolare una maggiore resilienza della Comunità di fronte a differenti scenari critici che si potrebbero manifestare nel corso della vita.
Con relatori di primissimo piano, come il Comandante “Alfa”, cofondatore del G.I.S.; il Procuratore emerito della Repubblica dr. Benito Melchionna ed il professor Gianpaolo Natale, docente del Master Homeland Security dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, sono stati approfonditi, sotto la guida esperta del dr. Matteo Cozzani socio AiFOS e coordinatore del gruppo di progetto S4S Safety for Security, moltissimi temi legati alle diverse forme di terrorismo che hanno minacciato e minacciano ancora il nostro Paese.
Dopo un richiamo agli “anni di piombo” ed al rapimento Moro, l’attenzione si è spostata sul radicalismo religioso e sulle nuove manifestazioni del terrorismo che infiammano l’Europa in questi anni, agite non più da cellule organizzate e chiuse, ma da persone apparentemente normali, i cosiddetti “Lupi Solitari”, che vengono radicalizzate attraverso internet e che agiscono all’improvviso e con strumenti di facile reperibilità, senza che gli Organi addetti alla prevenzione e repressione abbiano tempo e modo di rendersene conto.
I relatori a questo proposito si sono soffermati anche sui recenti casi italiani, benché atipici, come il dirottamento dello scuolabus di Crema di fine marzo, fallito grazie ad una combinazione di prontezza delle vittime e di valore e coraggio delle nostre forze dell’ordine, o i meno noti attentati scongiurati dalle teste di cuoio a Venezia grazie ad un’attività di sorveglianza costante della nostra intelligence.
Particolarmente interessante è stata poi la riflessione sui giusti contrappesi che devono esserci tra prevenzione, protezione e libertà dei cittadini; è infatti fondamentale assicurare la sicurezza degli italiani, pur senza arrivare ad uno “Stato di Polizia” o ad un’eccessiva limitazione delle libertà di movimento cui siamo abituati e di ingresso anche in obiettivi sensibili per eventi di terrorismo, quali stazioni, aeroporti, concerti, monumenti, musei... “La libertà è al contempo sicurezza e la sicurezza non può esserci senza la libertà” ha ben riassunto il dr. Melchionna in uno dei suoi approfondimenti sul tema.
Ed ancora frizzante e partecipato è stato il confronto fra i tre relatori sull’Ordinamento Penale italiano, che fino a pochi anni fa non prevedeva neppure il reato di terrorismo internazionale, sulla necessità di un contrasto efficace contro questo tipo di minaccia ad esempio mediante l’introduzione di una “Magistratura Specializzata”, come già fu fatto e con successo contro le Mafie, ma anche e soprattutto sulla necessità che vi sia una forte compartecipazione alle attività di prevenzione da parte dei cittadini. Non si tratta di fare dell’intelligence artigianale di vicinato, ma di segnalare alle forze di polizia tutte quelle anomalie che improvvisamente si manifestano nel nostro contesto quotidiano e che appaiono strane o stonate rispetto a ciò che si conosceva per normale. Nei casi di Venezia e dell’autobus dirottato, la partecipazione attiva delle persone ed addirittura delle vittime nel secondo caso è stata fondamentale per una risoluzione positiva della crisi.
Ha chiuso l’evento una riflessione sul rischio a cui l’Italia è sottoposta in questo particolare periodo storico, che vede forti instabilità sui confini a sud – in Libia particolarmente – ed una politica che sta modificando il proprio operato in fatto di accoglienza e sbarchi.
Particolarmente toccanti sono stati i momenti conclusivi del Convegno con un tributo ai caduti di Nassirya, tra i quali anche un carabiniere anch’egli cofondatore del G.I.S., ricordati attraverso la lettura della poesia “Nassirya – Laude per la Pace” di Benito Melchionna e l’esecuzione alla tromba del Silenzio.
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